Fatti salienti nella Storia dei Tarocchi 1400-1500

da Mar 13, 2023Storia dei Tarocchi

Salve a tutti gli appassionati della storia dei Tarocchi e dei “fatti” che li hanno resi così affascinanti! Se siete qui, probabilmente condividete con me la stessa passione e curiosità per scoprire come si sono sviluppati i Tarocchi e quindi le carte da gioco nel corso dei secoli e quali influenze culturali e artistiche hanno contribuito a definirne la storia.

Ma perché la storia dei Tarocchi è così importante? Oltre ad essere un gioco di carte, i Tarocchi hanno assunto un ruolo molto significativo nella divinazione, nella trasmissione di insegnamenti iniziatici e, sempre di più, nell’indagine interiore. Le loro immagini iconiche hanno ispirato l’arte, la letteratura e la cultura popolare, diventando un simbolo di riferimento per molte generazioni.

In questo lungo articolo composto per secoli in varie sezioni ho raccolto una serie di dati e tracce provenienti dalle carte da gioco e dai Tarocchi che ho scoperto durante i miei studi e le mie letture. Ogni traccia è stata valutata in base alla sua importanza storica con delle stelline in base alla frequenza con cui viene citata e dalla sua “affidabilità”. Tuttavia, è importante sottolineare che, nonostante abbia cercato di costruire un elenco esaustivo, questo non pretende di essere né completo ( anzi è in continuo aggiornamento!) né scientificamente rigoroso e ha come scopo principale quello di condividere con voi ciò che incontro lungo la strada.

Non perderti le altre sezioni dei “Fatti salienti nella Storia dei Tarocchi”

1300 – 1400

1400 -1500

1500-1600

Attraverso questo diario di appunti sulla storia dei Tarocchi, cercheremo di scoprire insieme le carte più importanti e le loro rappresentazioni, le influenze culturali e artistiche che hanno caratterizzati i Tarocchi e molto altro ancora. Spero che questo articolo possa essere di aiuto a tutti coloro che, come me, sono affascinati dalla storia dei Tarocchi e che desiderano esplorare sempre di più questo mondo misterioso e meraviglioso.

Continuate a leggere questo articolo se siete appassionati di Tarocchi o semplicemente curiosi di saperne di più sulla loro storia, e insieme scopriremo le meraviglie che questa antica arte ci riserva!

Inventario Maison D’Orléans

1408 – Francia

Un’ importante testimonianza che cita esplicitamente la Lombardia come centro di produzione di carte da gioco si trova nell’inventario di beni del Duca d’Orleans, Luigi di Valois e la Duchessa Valentina Visconti, fatto stilare il 4 dicembre 1408 dal figlio Charles.

Classificazione: 3 su 5.
Maison d'Orléans - Sotria dei Tarocchi e carte da gioco antiche

“La duchesse avait un jeu de « quartes sarrasines T » et des cartes de Lombardie, peut-être un tarot lombard-vénitien.”
in riferimento a questo elenco:

  1. Item ung jeu de quartes sarrasines.
  2. Item unes quartes de Lombardie.
  3. Item ungs espérons a femme

in Deux inventaires de la Maison d’Orléans : 1389 et 1408 / publ. pour la première fois et précédés d’une introd. par F. M. Graves. 1926.
Fonte: https://resources.warburg.sas.ac.uk/pdf/cbh150b2212024.pdf

La prima notizia di carte specificatamente Lombarde si trova nell’inventario di beni del Duca d’Orleans, Luigi di Valois, e di sua moglie, la Duchessa Valentina Visconti, fatto stilare il 4 dicembre 1408 dal loro figlio Charles, Duca d’Orleans, poco dopo la morte della sfortunata madre. Il tesoriere ritenne doveroso fare una diretta distinzione, scrivendo “…ung leu de cartes sarrasines…unes quartes de Lombardie” un mazzo di carte Saraceno – uno di carte di Lombardia. Si trattava evidentemente di due mazzi diversi e certamente preziosissimi, in considerazione della straordinaria ricchezza dei beni inventariati. Forse la giovanissima Valentina Visconti aveva portato con sé in Francia, nel 1389, assieme alla dote nunziale, anche due mazzi di carte con i quali giocava quotidianamente con le sue Dame, oppure le aveva acquistate durante il suo soggiorno in Francia? È anche possibile che il marito di Valentina, Luigi di Valois, abbia acquistato personalmente le carte mentre era in Lombardia; era stato lì due o tre volte negli anni novanta del Trecento. Non possiamo saperlo ma la citazione ha un peso storico notevole; difatti mentre il termine “carte saracene” è generico potendolo applicare una qualsiasi luogo sotto il dominio arabo, dalla Spagna all’Africa Mediterranea, il riferimento alla Lombardia non lascia dubbi sulla provenienza e indica che là si producevano carte da gioco di gran Lusso.

Berti, Giordano, Storia dei Tarocchi, 2022. p.19
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Nota di Decembrio sul “Gioco degli Dei”

1415 – Milano

Dalla cronaca del suo biografo Decembrio Filippo Maria Visconti, duca di Milano, per 1500 pezzi d’oro commissiona un mazzo di carte con immagini di divinità a Marziano da Tortona detto anche Marziano da Sant’Alosio, astrologo e matematico.

Era abituato fin dalla giovinezza a fare giochi di vario genere… e in particolare quel tipo di gioco in cui le immagini sono dipinte, che lo deliziò a tal punto che pagò 1500 pezzi d’oro per a intero mazzo (ludum) di essi, realizzato in primo luogo da Marziano da Tortona, il suo segretario, che ha eseguito con la massima diligenza le immagini degli dei, e posto sotto di loro con meravigliose figure di abilità di animali e uccelli.

Il mazzo oggi perduto è però descritto nel “Tractatus de Deificatione de Sexdecim Heroum” scritto dallo stesso Marziano e conservato oggi alla Biblioteca Nazionale di Parigi (BnF)

Classificazione: 5 su 5.

Variis etiam ludendi modis ad adolescentia usus est, nam modo pila se exercebat, nunc
folliculo: plerumque eo ludi genere, qui ex imaginibus depictis fit, in quo precipue
oblectatus est, adeo ut integrum eorum ludum mille et quingentis aureis emerit, autore vel in primis Martiano dertonensi eius secretario, qui deorum imagines, subiectasque his animalium figuras, et avium miro ingenio, summaque industria perfecit

“Vita Philippi” Decembrio

Alla Corte dei Visconti giochi di carte erano talmente comuni che nel 1415 Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, commissionò un mazzo con immagini di antiche divinità e degli animali al loro sottoposti. per quest’opera, stando al biografo del Duca, Pier Candido Decembrio, furono pagati a Marziano da Tortona 1500 pezzi d’oro, equivalenti al prezzo di un lussuoso appartamento dei nostri giorni. Molti dubitano sull’attendibilità di Decembrio, non solo per la cifra esagerata ma anche perché Marziano da Tortona era il maestro del Duca e un esperto di astrologia e matematica, non un pittore. Di quel mazzo, oggi perduto, rimane solamente la descrizione di un libretto scritto da Marziano da Sant’Alosio, altro nome di Marziano del Tortona, il “Tractatus de Deificatione de Sexdecim Heroum”, conservato alla biblioteca nazionale di Parigi. […] Va messo in evidenza il fatto che Marziano, nel suo trattato, non usò mai il termine Triumphi, e neppure decennio nella vita di Filippo Maria Visconti. la cui redazione cominciò nel 1447. solo più tardi, verso il 1465, il nobile bolognese Carlo vannuccio di San Giorgio, che si firmava con lo pseudonimo Polismagna, attivo alla corte di Ferrara, fece una traduzione in italiano del volume di Decembrio, snaturando il senso dell’originale, scrisse: “Alcuna volta zugava a le carte de triumphi. Et di questo giocho molto si delectoe per modo che comparoe uno paro di carte da triumphi compite mille et cinque cento ducati. Di questo maximamente auctore et casone Martinno da Terdona suo secretario, il quale cum meraviglioso inzegno et soma industria compite questo giocho de carte cum le figure et imagine de li dei et cum le figure de li animali et de li ocelli che gli sum sottoposti.

Berti, Giordano, Storia dei Tarocchi, 2022. p.20
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A fronte di tutte queste perdite, restano, quali unici oggetti che possano farci intendere il lusso della vita a corte, i due mazzi di tarocchi ascrivibili alla committenza dell’ultimo Visconti o del suo stretto entourage e attribuiti alla bottega dei Bembo […] La qualità e la ricchezza di queste carte, ampiamente rivestite di foglia d’oro e d’argento, non può che rievocare un passaggio famoso e controverso della vita di Decembrio riguardante proprio la passione del duca per i tarocchi e in generale per i giochi di carte, che si trova spesso tradotto con l’incredibile attribuzione a Marziano di Sant’Alosio103, segretario di Filippo Maria, che mai è attestato nelle vesti d’artista, di un’attività da miniatore dilettante:

Variis etiam ludendi modis ad adolescentia usus est, nam modo pila se exercebat, nunc folliculo: plerumque eo ludi genere, qui ex imaginibus depictis fit, in quo precipue oblectatus est, adeo ut integrum eorum ludum mille et quingentis aureis emerit, autore vel in primis Martiano dertonensi eius secretario, qui deorum imagines, subiectasque his animalium figuras, et avium miro ingenio, summaque industria perfecit

(Nota: Decembrio, Vita Philippi, pp. 323-324; e p. 113: «Fin da quando era bambino, usò giocare ora a pallone, ma soprattutto a carte: divertimento di cui tanto si compiaceva da comperare un mazzo completo a millecinquecento ducati. È da dire però che lo aveva miniato il suo segretario, Marziano da Tortona, sovrapponendo immagini di divinità a figure di animali e d’uccelli, il tutto con ammirevole invenzione e straordinaria tecnica»)

Nell’edizione italiana Adelphi, Elio Bartolini traduce, secondo una consolidata tradizione, perfecit con “miniò”, ma Decembrio non scrive pinxit o illuminavit, verbi normalmente utilizzati in questo senso, e credo che ciò voglia significare – come qualche avveduto studioso ha in precedenza proposto – che Marziano aveva inventato il gioco e ne aveva messo a punto l’iconografia, quindi creando un prototipo, a ragione assai costoso.

Note su Filippo Maria Visconti committente d’arte di Stefania Buganza in “Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura” a cura di F.Cengarle e M.N. Covini. Firenze 2015
Fonte: http://www.rmoa.unina.it/3238/1/Buganza.pdf

Il falò di Bernardino da Siena

1423 – Bologna – Italia

San Bernardino Storia dei Tarocchi

Nella “Storia di San Bernardino da Siena e del suo tempo” di Felice Alessio pubblicato a Mondovì nel 1899 si narra che nel 1423 Bernardino da Siena con una predica quaresimale presso S.Petronio a Bologna condannò i giochi d’azzardo invitando la gente a prendere i dadi, le tabelle da tavola reale e…i naibes per farne un gran falò.

Classificazione: 4 su 5.

Prese Bernardino a predicare in S.Petronio, che, sebbene già fin d’allora, vasta chiesa, non potendo ca- pire tutti gli ascoltatori, gli fu conveniente lasciare, e mettersi a predicare sulla gradinata di essa. Dopo varii argomenti, venne a toccare del giuoco, e contro di esso si scagliò col solito suo fuoco, con tanta forza di ragioni, che, i bolognesi, avvistisi senza più del male che ope- ravano, in contrassegno dell’emendazione che erano per farne, gli portarono infinito numero di carte, di dadi, di scacchieri, di tavolette, ecc. Del che contento il santo predicatore, ordinò che nel dì dell’ ottava di Pasqua, il quale in quell’anno cadeva il 23 aprile, si avesse a fare sulla pubblica piazza un mucchio di quegli incentivi al vizio, e il 5 maggio vi si appiccasse il fuoco, esortando di bel nuovo tutti a portargli ogni genere di strumenti da giuoco, e promettendo a chi glieli portava di metterlo a parte del beneficio di tutte le messe che avrebbe celebrate nell’anno.

F.Alessio, Storia di San Bernardino da Siena e del suo tempo, 1899 pag.286
Fonte: https://archive.org/details/MN41682ucmf_7/page/n3/mode/2up?view=theater

…nel 1423 Bernardino da Siena spiegò pubblicamente a Bologna con una predica quaresimale contro i giochi la sua avversione contro le carte da giuoco e dopo il suo discorso la gente prese i dadi, le tabelle da tavola reale e i naibes davanti alla chiesa di San Petronio e ne fece un gran falò, ma non fa alcun cenno ai triumphi.

Egli nomina però sia reges atque reginae che milites superiores et inferiores in relazione alle carte da gioco, dimostrando di conoscere mazzi con quattro figure per seme. E nel 1425 fece bruciare a Perugia (Diario del Graziani “Arch. Stor. Ital.” XVI 1, 1850) “fra la fonte de piaza e il vescovato” le vanitates fra cui i “tavolieri, carti, dadi et facce contraffatte et simil cose brieve incante” (i filatteri o brevi come credenze popolari per ottenere la vittoria nel gioco d’azzardo). 

Fonte in lingua Italiana: http://www.letarot.it/page.aspx?id=439

Stuttgarter Kartenspiel “Gioco di Stoccarda”

1427-1431 – Germania

Il “Gioco di Stoccarda”, conservato nel Landesmuseum Württemberg a Stoccarda, è stato realizzato probabilmente nel sud-ovest della Germania. La sua datazione è stata possibile grazie allo studio delle filigrane nella carta che ha rivelato la sua provenienza dalla cartiera di Ravensburg ed è stata realizzata tra il 1427 e il 1431. Il mazzo è composto da 49 carte (originariamente 52) con 4 semi: anatre, falchi, cervi e segugi: le carte numeriche (1 – 9 + carta stendardo) con Re, Cavaliere e Fante per anatre e falchi e controparti femminili per cervi e cani.

Classificazione: 4 su 5.

(Nel suo “Tractatus de moribus et disciplina humanae conversacionis” Frate Johannes…) offre un’interessante delucidazione sul giochi di carte, il loro significato e il loro utilizzo nel suo tempo: “Da lì ecco che un certo gioco, che si chiama gioco di carte, ci è arrivato questo anno, cioè l’anno del Signore 1377. In questo gioco, lo stato del mondo nei tempi attuali e il moderno è interpretato in modo perfetto”.
Di quale stato del mondo sta parlando? Egli evoca giochi composti da quattro re, “ciascuno dei quali ha un certo segno in mano, destra e i quali segni alcuni hanno fama di essere buoni, ma altri significano male”. I re sono accompagnati da due marescialli, un “superiore” che tiene il suo segni in alto e un “inferiore” che tiene il suo segno in basso.
Il monaco ci insegna che i giochi possono essere composti anche da regine: sostituiscono i re o vengono aggiunte a loro con il loro “servitore”, questo rende il gioco di sessanta carte.
…Ci sono anche giochi con due re e due regine, come il gioco più antico di carte conosciute fino ad oggi, il “Mazzo di Stoccarda”, che abbiamo citato prima, un gioco miniato del 1427-1431 e che rappresenta due re e il loro cavaliere e servitore, due regine e le loro dame .
Inoltre, il nostro buon monaco afferma che il gioco composto con le dame gli piace di più, per tre ragioni: perché così ha maggiore autorità, perché è decoro regale, e perché é più cortese.
In effetti, questi giochi evocano lo stile di vita aristocratico e cortese.
Se guardiamo le azioni e gli emblemi che accompagnano queste figure in questi primi giochi, sembrano ispirati al mondo della caccia attività dei nobili per eccellenza.
Prendiamo per esempio “il mazzo di Stoccarda” : sono quattro situazioni con cani e falchi (i cacciatori, potrebbero essere i marchi “ritenuti buoni”?) e quattro con cervi e anatre (i predati, forse i segni “reputati cattivi”?). In altri giochi, troviamo ancora animali; Cervi, conigli, leoni, orsi, draghi, levrieri; o ancora modelli come fiori o esseri umani.
Troviamo, ad esempio, la “regina di fiori” nel gioco del “Maestro delle Carte da Gioco” il più antico gioco di carte inciso conosciuto, 1435-1440, o ancora “le valet d’homme” nel “Gioco del Maestro E.S.” il secondo più antico conosciuto, del 1460.

Nadolny, Isabelle. Histoire Du Tarot: Origines, Iconographies, Symbolisme. Éditions Trajectoire, 2018. pag 35

Il gioco di carte di Stoccarda è uno degli oggetti più preziosi del Museo statale del Württemberg. Creato intorno al 1430 nel sud-ovest della Germania, è considerato il più antico mazzo di carte sopravvissuto. Le dimensioni delle carte, il design elaborato delle figure e degli animali e la gamma di immagini lo rendono un emozionante pezzo unico.
Il gioco di carte di Stoccarda è annoverato tra i giochi di caccia. Motivi di caccia di corte si combinano con il tema dell’amore cavalleresco ideale. Le carte dovrebbero probabilmente stimolare i giochi mentali piuttosto che essere utilizzate per il gioco vero e proprio. L’ambiguo gioco del lusso ha trovato la sua strada nella Kunstkammer di Monaco nel XVI secolo e nella Württembergische Kunstkammer nella metà del XVII secolo.

Ingrid-Sibylle Hoffmann – Landesmuseum Württemberg
Fonte in Tedesco: https://bawue.museum-digital.de/series/167&page=3#objects

Meister der Spielkarten Il “Maestro di Carte da Gioco”

1425 – 1440 – GERMANIA

Il “Maestro di Carte da Gioco”, pseudonimo datogli dalla storia dell’Arte, è un incisore, pittore ed orafo tedesco con uno stile particolare ed influente che ha operato nella zona dell’Alto Reno tra 1425 e il 1450. 

Di quest’autore restano all’incirca 106 incisioni, tra le quali le incisioni di un “Gioco di Carte” a cinque semi conservate al Kupferstich-Kabinett di Dresda e alla Biblioteca Nazionale di Francia.

Classificazione: 3 su 5.

In altri giochi, troviamo ancora animali; Cervi, conigli, leoni, orsi, draghi, levrieri; o ancora modelli come fiori o esseri umani.
Troviamo, ad esempio, la “regina di fiori” nel gioco del “Maestro delle Carte da Gioco” il più antico gioco di carte inciso conosciuto, 1435-1440, o ancora “le valet d’homme” nel “Gioco del Maestro E.S.” il secondo più antico conosciuto, del 1460.

Nadolny, Isabelle. Histoire Du Tarot: Origines, Iconographies, Symbolisme. Éditions Trajectoire, 2018. pag 35

Set unico di carte da gioco a seme animale, incise su rame e non colorate, del “ Maestro delle carte da gioco ”, Germania, 1450 ca.

Le incisioni sono distinte e sapientemente realizzate. I simboli dell’abito animale, raffiguranti manierismi e comportamenti caratteristici, sono disposti formalmente in una disposizione chiara.

Molte delle immagini sono stampate da lastre singole si ripetono su più carte dello stesso seme.

A prima vista sembra che carte da gioco come queste possano essere servite come modelli generici o motivi di design per essere utilizzati da studenti, artigiani o artisti.

Forse è per questo che i dettagli e i contorni sono chiaramente leggibili e non sovrapponibili. Inoltre, tali figure di fiori, animali selvatici e uccelli ricorrono in modo quasi identico incorporate nelle decorazioni dei bordi e nelle illustrazioni in miniatura di manoscritti o libri a stampa, incisioni o sculture dello stesso periodo.

Esempi sorprendenti possono essere visti in Le ore di Caterina di Cleves, la Bibbia gigante di Magonza e la Bibbia di Gutenberg dove si possono trovare molte corrispondenze con le carte da gioco.

Leoni e altri animali, persino piccole rose miniate ai margini della Bibbia gigante di Magonza, 1450, e la Bibbia di Gutenberg intorno al 1455, suggeriscono una fonte comune alle carte incise dal Maestro delle carte da gioco.

Infatti sono state trovate molte più corrispondenze di immagini simili che appaiono in diversi manoscritti così come nelle carte da gioco. Esiste la possibilità che il Maestro delle carte da gioco e Johannes Gutenberg stessero lavorando in campi strettamente correlati in quel momento e potrebbero essersi conosciuti (Lehmann-Haupt, 1966).

Magonza era un vivace centro di arti e mestieri dove venivano scritti e miniati manoscritti ecclesiastici di altissima qualità.

Forse le incisioni furono i primi tentativi di trovare un mezzo meccanico per riprodurre immagini e motivi decorativi nei libri stampati, ispirati ai modellini di libri esistenti.

Fonte in Inglese: https://www.wopc.co.uk/germany/mopc

  • Meister der Spielkarten - Storia dei Tarocchi
  • Das kleine Kartenspiel - Maestro E.S. - Storia dei Tarocchi-min
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Diario Giusto Giusti

1440 – FIRENZE

Venerdì a dì 16 settembre donai al magnifico signore messer Gismondo un paio di naibi a trionfi,
che io avevo fatto fare a posta a Fiorenza con l’armi sua, belli, che mi costaro ducati quattro e mezzo

Giusto Giusti

Passo tratto dal Diario del notaio della repubblica fiorentina Giusto Giusti, nativo di Anghiari, il passo che riporta la data del 16 Settembre 1440 ad oggi è il primo dove compare un riferimento alle carte da gioco dei Trionfi (Tarocchi), venuto alla luce nel 2002 grazie alle ricerche della storica Nerida Newbigin. Il mazzo citato portava le insegne di Sigismondo Malatesta come su altri mazzi troviamo quelle dei Visconti o degli Estensi.

Classificazione: 3 su 5.

I.Nadolny – Histoire Du Tarot – 2018

Il 16 settembre 1440 Gusto Giusti, notaio dei Medici, scrisse nel suo diario: «Venerdì a dì 16 settembre donai al magnifico signore messer Gismondo un paio di naibi a trionfi, che io avevo fatto fare a posta a Fiorenza con l’armi sua, belli, che mi costaro ducati quattro e mezzo»
Questo riferimento, recentemente trovato da Thierry Depaulis, è il più antico noto fino ad oggi che citi un mazzo di tarocchi, sotto il nome, a lui allora attribuito, cioè “naibi ai trionfi”.
Questo primissimo riferimento mostra Firenze, città dei Medici, come luogo di produzione; poi i documenti menzioneranno altri due luoghi: Ferrara, città dove regna la famiglia d’Este, e Milano, roccaforte dei Visconti.
Il tarocco è apparso nel nord Italia nella prima metà del XV secolo, probabilmente in una di queste tre città.

Nadolny, Isabelle. Histoire Du Tarot: Origines, Iconographies, Symbolisme. Éditions Trajectoire, 2018. pag 53

Ambraser Hofjagdspiel – “Gioco della caccia di Amabras”

1440-1445 – SVIZZERA

L’ Ambraser Hofjagdspiel, chiamato anche “Carte del falconiere di Ambras” o “Gioco della caccia di Amabras” dal castello Ambras in Austria nel quale è stato trovato, è un mazzo di carte dipinto intorno al 1440–1445 e attribuito all’incisore Konrad Witz di Basilea , Svizzera nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Originariamente era costituito da cinquantasei carte di cui ben 54 sopravvivono, tutte distribuite in quattro semi: falchi , esche , segugi e aironi , simboli legati alla caccia. Ogni seme conteneva dieci carte numerali con il 10 rappresentato da uno stendardo e quattro figure per seme: Unter, Ober, Regina e Re.

Classificazione: 4 su 5.

Il mazzo era originariamente composto da cinquantasei carte in quattro semi, di dimensioni 9,5 x 15,6 cm, dipinte di rosso sul rovescio. Le carte sono eseguite con acquerelli e vernici su disegni a inchiostro nero su carta – non sono stampate o prodotte meccanicamente in alcun modo. Diversi strati di carta sono stati incollati insieme per dare alle carte lo spessore necessario. Come era consuetudine con le prime carte italiane, la carta posteriore è stata tagliata leggermente più larga permettendo ai bordi di ripiegarsi sul davanti, formando un bordo attorno al fronte delle carte (a volte questo bordo oscura parte dei disegni). 

I simboli del seme sono segugi, aironi, esche e falchi. La gerarchia di corte è composta da quattro carte di corte per ogni seme, non numerate e senza titoli, tutte montate a cavallo: Re e Regina (con fondi dorati pennellati), Fante Superiore e Fante inferiore (con sfondi corrispondenti alle rispettive carte numeriche). Anche le carte “numeriche” non sono numerate, ma vanno da 1 a 9, con uno stendardo come 10. […]

Negli anni prima che il Rinascimento raggiungesse il Nord, l’arte borghese tedesca iniziò ad abbracciare il mondo fisico esterno: figure umane e animali sono raffigurati in queste carte da gioco con cieli realistici e sfondi paesaggistici, ombre ed effetti di chiaroscuro. In molti modi queste carte si discostano dalle convenzioni tipiche del design delle carte da gioco del XV secolo e possiamo considerare Konrad Witz ei suoi apprendisti come innovatori nel loro campo.

Fonte: https://www.wopc.co.uk/germany/ambraser

Nota Estense ’42

1442 – FERRARA

 Il 10 febbraio del 1442 nel Registro di Guardaroba della Corte Estense venne annotato il compenso per Jacopo Sagramoro per quattro mazzi di carte da trionfi.

Questo documento è stato per molto tempo il documento più antico che riportava la parola “Trionfi”. Oggi forse più importante per l’attestazione di Jacopo Sagramoro come uno dei primi “pittore di Trionfi”.

Classificazione: 4 su 5.
Storia dei Tarocchi - Ferrara - Jacopo Sagramoro

Maistro Iacomo depentore dito Sagramoro de avere adi 10 fiebraro per sue merzede de avere cho(lo)rido e depento…. 4 para de chartexele da trionffi, … le quale ave lo nostro Signore per suo uxo…” 

Trionfi.com

…Il pagamento avvenne il 10 febbraio 1442 poco dopo la morte di Niccolò III d’Este, forse la produzione era già stata ordinata dal nuovo signore di Ferrara Leonello (forse indicando che tali esperimenti non potevano aver luogo sotto il regno di Niccolò).
Un’altra possibilità potrebbe essere che il mazzo Cary-Yale sia stato realmente prodotto nell’ottobre 1441 in occasione del matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti e che tale azione abbia suscitato un interesse presso la corte ferrarese a partecipare a questo modo “moderno” di giocando.

Fonte: http://trionfi.com/etx-iacopo-sagramoro

Tarocchi Visconti di Modrone o Cary-Yale

1442 -1447 – MILANO

I Tarocchi Visconti di Modrone conosciuti anche con il nome Cary Yale o Tarocchi di Filippo Maria Visconti, oggi conservati presso la libreria Beinencke di Yale, sono, a seconda della datazione attribuitagli e ancora incerta, forse il primo mazzo che possiamo definire “di Tarocchi” grazie alla presenza di un quinto seme, quello dei “Trionfi” associato alle carte di corte e alle carte numerali che solitamente componevano fino ad allora i mazzi di carte da gioco.

Classificazione: 5 su 5.

Il loro nome deriva o dalla committenza del mazzo: il duca di Milano Filippo Maria Visconti, dai proprietari storici i Visconti di Modrone o dalle successive proprietà, nello specifico Melbert.B. Cary J., artista, tipografo e collezionista di carte negli anni ’20 e ’30, la cui vedova nel 1967 donò la collezione alla Yale University, dove attualmente risiede nella Beinecke Rare Book and Manuscript Library ed è indicata come Cary Collection of Playing Cards.

Per alcune particolarità del mazzo, come l’aggiunta di due figure di corte femminili per ogni seme e la presenza delle virtù teologali nel seme dei Trionfi, non è possibile stabilire con certezza il numero originale delle carte. Il mazzo oggi presenta, 39 numerali e 17 Carte di Corte, e 11 Trionfi, tutte le carte sono dipinte a mano con preziosi fondali in oro e argento.

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